Spesso pronunciando la frase: “il mio cucciolo è un disastro!” si inizia a prendere consapevolezza di qualcosa che non va. Magari i primi giorni era pacato e coccolone. Poi si è ambientato, è cresciuto, e si è scatenato: vuole sempre attenzioni, morde tutto e tutti, fa i bisogni in giro per casa!
Quello che consiglio sempre è: “Cerca quell’intesa fatta di sorrisi, serenità e complicità!”
Mi spiego meglio…
Il cane che ubbidisce “solo” perché gli viene impartito un comando, per me è un concetto triste e superato.
Nella mia concezione esistono delle richieste, e non comandi.
Non si tratta di essere “buoni” o “cattivi”, “gentilisti” o “classici”, è solo una questione di … forse ricerca di collaborazione?!
Quindi, soprattutto con un cucciolo molto piccolo:
📌Se mi capita di fare una richiesta, uso un tono amichevole e pacato. Ringrazio il mio cane per aver risposto alla mia richiesta.
📌Capisco se per lui è un buon momento, e se non lo è aspetto il momento giusto o ne creo i presupposti.
📌Comunichiamo con un linguaggio comprensibile ad entrambi. Spesso non sono parole, ma sono gesti, toni o movimenti.
📌Rispetto la sua natura, anche quando sono stanca o non ho voglia, cerco di venire incontro alle sue esigenze di essere cane. E lui rispetta le mie esigenze di essere uomo.
📌Mi aspetta pazientemente se mi assento per lungo tempo. Mi accoglie con gioia anche se non capisce il perché della mia assenza, ed avrebbe preferito correre in un prato piuttosto che dormire nella sua cuccia.
Troviamo una quadra venendo incontro uno ai bisogni dell’altro.
Rispetto l’identità di tutti i miei cani. Seppur siano dei cani, non li tratto come un gruppo, ma tratto ognuno di loro in modo differente. Ognuno ha bisogno dei suoi spazi, di attività diverse e di momenti esclusivi insieme a me.
E ora vi chiedo di pensare…
Vi capita mai, anche involontariamente, di dire un “grazie” al posto di un “bravo”?! 😀
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